Il Codex Purpureus Rossanensis
Il “Codex Purpureus Rossanensis” è un manoscritto del Nuovo Testamento, dal formato di 200 x 307 mm, in pergamena colore porpora (da qui il nome “Purpureus”), di straordinario interesse dal punto di vista sia biblico e religioso, sia artistico, paleografico e storico, sia documentario.
Questo codice, noto anche come il “Rossanensis”, è uno dei sette codici miniati orientali esistenti nel mondo . Tre sono in siriaco e quattro in greco. Questi ultimi sono il “Manoscritto 5111 o Genesi Cotton”, in possesso della British Library di Londra (di cui, però, a causa di un incendio nel XVII secolo, è rimasto qualche esiguo e decomposto frammento soltanto di una pagina), la”Wiener Genesis”, conservata presso la Osterreichische Nationalbibliothek di Vienna (costuita da 26 fogli, 24 dei quali miniati), il “Frammento o Codice Sinopense”, custodito presso la Bibliothèque National di Parigi (formato da 43 fogli e 5 miniature) e infine il “Codex Purpureus Rossanensis”, che, con i suoi 188 fogli, pari a 376 pagine, è il Codice più ampio, più prezioso, più importante di quelli sopra citati; pare che un quinto codice greco, il cosiddetto “Codice o frammento «N»” (contenente una miniatura sulla lavanda dei piedi), esista nella città russa di S. Pietroburgo ex Leningrado.
Fonte: Comune di Rossano
La Cattedrale (Santuario)
E’ dedicata all’Achiropita, un affresco pietrale della Madonna, che per tradizione e significato della parola vuol dire “fatta non da man umana”.
La sacra icona, la cui origine è da collocare tra il 580 e la prima metà del sec VIII, è l’immagine della madre di Dio (Theotocos), che regge sul braccio sinistro il bambino, protegge e guida Rossano ed i suoi abitanti: è una pittura bella, di intensa spiritualità, nella quale il sacro si fa arte dentro vibrazioni e suggestioni orientali e bizantine. L’Achiropita è il cure pulsante dell’antica città e della fede devozionale del popolo. Attorno ad essa, in funzione coreografica ruota una ricca galleria d’arte sacra che attraversa e ripercorre la storia di circa 15 secoli della Chiesa madre e dell’Arcidiocesi di Rossano: i resti dell’originario Oratori dell’Eremita Efrem, alla cui vicenda è legata la vicenda dell’ Achiropita; parte dal pavimento musivo, risalente al tempo della piccola edicola nella nuova Cattedrale della città (sec XI); l’imponente impianto architettonico a tre navate e tre absidi , il campanile ed il fonte battesimale trecenteschi; il portale originario ed il rivestimento in pietra di Cipro dell’Icona Achiropità neo-gotici del 400; le4 cappelle laterali settecentesche; i tetti lignei dorati a cassettoni del 6 – 700; le tele e le opere marmoree barocche e settecentesche; il grande organo a canne del 1622.
Fonte: Comune di Rossano
Patire – Patir – Patirion
Chiesa e Monastero di S. Maria Nuova Odigitria.
Si trovano sulla montagna rossanese, tra la contrada rurale Piragineti e Corigliano, fondati tra il 1090 ed il 1101 – 1105, da Bartolomeo da Sieri e voluti dai Normanni, poco dopo la conquista di Rossano e la fine del dominio bizantino in Italia (1059 – 1060). In questo maestoso impianto monastico, si fondono, per la prima volta nella storia della città, le culture, le sensibilità, le tecniche architettoniche ed artistiche, bizantina, normanna ed araba. Fu per secoli un luogo di preghiera e di incontro con l’assoluto, ma anche un centro culturale tra i più qualificati e rinomati del Sud, con il suo Scriptorium ( in cui i monaci amanuensi trascrivevano, conservavano e trasmettevano ai posteri la sapienza greco-romana-pagana e quella cristiana) e la sua biblioteca ricca di testi e codici antichi. Ancora oggi il Patire è l’edificio sacro che rappresenta bene gli splendori della religiosità e della maestosa bellezza artistica della Rossano Bizantina: misteriosi e splendidi i diversi mosaici del pavimento, molto interessanti alcune pere d’arte ( un crocifisso ligneo, una statua della madonna), ben conservata la Chiesa ( basilicale, con tra absidi, tetto ligneo ad arcate su grandi colonne, numerose decorazioni interne ed esterne, ancora resistenti solo alcune parti del Monastero (il chiostro, il muro perimetrale, la torre campanaria, frammenti di affresco).
Fonte: Comune di Rossano